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mercoledì 17 novembre 2010

ITALIA in attesa di giudizio.....ed il cittadino PAGA!

La posizione occupata dalle carceri italiane , su una scala internazionale di carceri europee e mondiali, è di palese retroguardia nella civiltà e nella garanzia della giusta pena.
I numeri parlano da soli, segnando un record assolutamente negativo per il nostro Paese: complessivamente i detenuti sono 68.527, mentre i posti letto regolamentari sono solo 44.612.
Un dato relativo ai 206 istituti penitenziari italiani, dove, ricordiamo il 43,7% dei detenuti è ancora senza condanna e ben 15.223 persone restano in attesa del primo giudizio (Fonte: Associazione Antigone). Numeri di tale entità non si erano mai registrati dal dopoguerra ad oggi.

Una situazione intollerabile, che tutti i leader ed i vertici politici dovrebbero attenzionare, cercando di porvi una qualche risoluzione, ponendola come pietra miliare per il futuro civile dell'Italia penitenziaria.

Secondo il sindacato di Polizia Penitenziaria le strutture detentive italiane si sono ridotte a meri depositi di vite umane; un quadro deprimente......istituti strutturalmente inadeguati ai nuovi standard penitenziari; celle in molti casi prive di docce, in altri casi il bagno non va oltre un lavandino ed un bidet da dividere in tanti. Edifici di vecchia costruzione, che assorbono molte risorse, ma non si prestano ad interventi di modifica strutturale.

Assistenza sanitaria in molti casi pregiudicata dalle stesse Asl, per la loro seria difficoltà ad assumere la responsabilità sulla sanità penitenziaria, con la conseguenza che, assai sovente, vengono negati o ritardati con termini inaccettabili, anche gli esami clinici più semplici. Tutto ciò mette a repentaglio la salute dei detenuti, dei quali, si fa presente, quasi la metà è costituita da tossicodipendenti o appartenenti all'eterogenea area dei consumi di sostanze stupefacenti, molto spesso anche non diagnosticati. Proprio il fatto di sottostimare il fenomeno tossicodipendenza, porta ad ipotizzare che, durante tutto il corso dell'anno, ci sia un numero di ingressi di tossicodipendenti pari a circa 50 mila persone: dato, quest'ultimo, stimato dagli operatori sanitari e non dalle statistiche ufficiali.

A ciò bisogna sommare la carenza di personale civile (educatori, psicologi, mediatori) e la carenza di organico lamentata dai sindacati del corpo di polizia penitenziaria, che conta circa 43.000 dipendenti.

Arretratezza e degrado, che attribuiscono all'Italia un altro tristre primato, quello delle morti in carcere per suicidio, da parte dei detenuti, ma anche delle guardie.

Un rapporto sullla VITA VIOLATA, quello che ne emerge.

Sul fronte dei costi poi, 113 euro è il costo medio giornaliero di un detenuto, e 7,36 il costo medio giornaliero per il suo mantenimento (pasti, igiene e trattamento rieducativo)., per un totale di 120,36. Un dato sconvolgente se lo si rapporta agli attuali 23.915 circa detenuti in esubero, che grava sullo Stato ed indirettamente attinge dalle tasche dei cittadini attraverso continue tassazioni.

Ma non finisce qui. Oltre il danno, la beffa!

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha già condannato l'Italia a risarcire un detenuto bosniaco per i danni morali subiti a causa del sovraffollamento della cella, in cui è stato recluso per alcuni mesi nel carcere di Rebibbia.

Poichè in Italia i detenuti che vivono in condizioni di sovraffollamento sono la quasi totalità, lo Stato rischia di dover pagare 64 milioni di euro di indennizzi.


Tale considerazione impone alla politica la ricerca di una soluzione e mette definitivamente fuori legge l'attuale gestione del sistema penitenziario.

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